Europae Milites Christi2023-05-22T16:29:54+00:00

L’armatura di Dio
Del resto, fratelli miei, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. Rivestitevi dell’intera armatura di Dio per poter rimanere ritti e saldi contro le insidie del diavolo, poiché il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori del mondo di tenebre di questa età, contro gli spiriti malvagi nei luoghi celesti”. (Efesini 6,10-12)

Europae Milites Christi, ossia l’unione di tutti i cavalieri cristiani europei, profetizzata e voluta dai Papi (1292-1306), a difesa della Santa Romana Chiesa, del Creato e di tutti i Popoli per una Gerusalemme Celeste in Terra.

La rigenerazione spirituale del popolo europeo è la sola che può opporsi alla minaccia del materialismo moderno dove, una forma mentis economicistica priva il lavoro della sua originaria qualificazione spirituale, subordinando la politica al rango di attività tutelatrice di gruppi oligarchici e del loro prestigio nell’economia globale. Ristabilire le basi di un ordine sorretto dalle leggi morali e dal richiamo ai valori cristiani rappresenta il compito che il cavaliere deve perseguire. Consapevoli della ingannevolezza delle ideologie, i cavalieri si fanno testimoni di una spiritualità eroica che si contrappone a quella mentalità che considera il vitello d’oro il centro e il significato della vita.

La Leggenda 

“Gli abitanti di Tellaro avevano costruito una chiesetta vicino al mare. Lì avevano posto una sentinella con il compito di suonare a martello le campane in caso di pericolo. “Con questa tempesta nessuno metterà di sicuro la propria nave in mare. Stanotte posso dormire tranquillo”. Sicura di sé, la sentinella si appisolò, felice di non dover stare con gli occhi aperti fino al mattino successivo. A mezzanotte in punto i pirati si avvicinarono alla riva. Proprio quando stavano per attraccare, le campane della chiesetta si misero a suonare, battere e rintoccare… I Tellaresi si precipitarono a difendere il loro paese e ricacciarono in mare i pirati saraceni. Scongiurato il pericolo si chiesero chi avesse suonato la campana, visto che la sentinella dormiva fra le braccia di Morfeo? Ai piedi del campanile i Tellaresi videro un enorme Octopus attaccato alle funi delle campane: era stato lui a salvare il paese!”

La leggenda trae origine da un avvenimento storico realmente accaduto a Tellaro, un piccolo borgo marinaro stupendamente arroccato su una delle tante scogliere che si affacciano sul Golfo della Spezia, quando un manipolo di pirati saraceni guidati da Gallo d’Arenzano tentò un fallito assalto al borgo. Una targa affissa all’esterno della chiesa di S. Giorgio, prima ancora dedicata a San Bernardo l’abate di Clairvaux che dettò la regola dell’ordine dei templari, celebra il leggendario episodio:

“Saraceni mare nostrum infestantes sunt noctu profligati quod polipus aer cirris suis sacrum pulsabat“.

Tenendo conto che la Tellaro di ottocento-novecento anni fa era un luogo brulicante di monaci crociati in armi con navicelle pronte a salpare dalla marina e che L’Octopus era un simbolo usato dai templari negli scudi, nei sigilli e nelle monete, in definitiva il polpo campanaro altro non sarebbe che la rappresentazione sotto forma di mito del monaco guerriero che difende il territorio, il contado e i pellegrini.

Va inoltre ricordato che nell’Isola della Maddalena, posta di fronte alla costa nord orientale della Sardegna, nella località dell’Isoleddu si trova una spiaggia chiamata “Testa di Polpo”. Il nome che porta la spiaggia deriva dall’enorme roccia che la domina, rassomigliante appunto ad una testa di Octopus. E’ molto probabile che il simbolo adottato dai cavalieri provenga proprio da questi luoghi meravigliosi, inoltre, non si deve dimenticare che i cavalieri crociati hanno avuto interessi nell’isola della Sardegna tra il 1100 e il 1300, hanno finanziato la ristrutturazione di numerose chiese stringendo contatti con i governanti del tempo. Non è quindi un caso che l’ottagono e più in generale il numero otto siano la base delle maggiori opere di ingegneria di tutto il medioevo. La costruzione di una chiesa a pianta a forma ottagonale ispirata al Santo Sepolcro era comune nel XII secolo. Nella architettura religiosa cristiana, la base di battisteri e fonti battesimali è ottagonale in modo da simboleggiare la “rinascita”, l’ingresso nella comunità cristiana e la vicinanza a “Dio”.

La Storia

Il 27 Novembre del 1095 Papa Urbano II indisse la prima crociata al grido di “Deus lo Vult”. In seguito alle loro conquiste, i crociati fondarono degli Stati o Regni: Il 22 luglio si tenne un consiglio nella chiesa del Santo Sepolcro al fine di nominare un re per il Regno di Gerusalemme appena fondato e venne nominato Goffredo di Buglione. La tradizione vuole che egli rifiutasse di assumere un titolo di “re” di un territorio dove Cristo aveva conosciuto il supplizio e la morte, accettando invece la titolatura più modesta di Advocatus Sancti Sepulchri (Difensore [laico] del Santo Sepolcro). Secondo Guglielmo di Tiro, che scrisse nel XII secolo quando Goffredo era ormai già un eroe leggendario nella Gerusalemme crociata, egli si rifiutò di indossare “una corona d’oro” nello stesso luogo in cui Cristo aveva indossato “una corona di spine” e decise, invece, di fondare l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme a difesa dei luoghi santi e di tutti i pellegrini, assumendone la carica di Gran Maestro o Principe. Seguì la fondazione di altri ordini di cavalieri crociati, come i cavalieri Templari, gli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme ed i cavalieri Teutonici.

Nel periodo che va dal 1099 al 1300, questi ordini entrarono in contatto con molte culture e tradizioni provenienti da tutti gli angoli del mondo conosciuto. In Europa si riversò un sapere millenario non solo nel campo delle scienze e dell’architettura ma anche nelle tecniche di combattimento e dell’Intelligence. Fu così che sorsero le prime maestose cattedrali gotiche, edifici talmente imponenti e perfetti da palesare la perfezione celeste in terra. Seguì poi la creazione dei primi istituti bancari dove i tassi di interesse, proibiti dalla Chiesa Romana Cattolica, erano assenti e l’innovativo sistema finanziario era gestito dai Cavalieri del Tempio. L’Ordine dei Templari, obbedienti solo al volere del Papa, non solo rappresentava una forza ramificata sul territorio a difesa della Chiesa Romana Cattolica ma era di fatto anche la concorrenza per coloro che praticavano l’usura e che volevano applicare tassi di interesse ai prestiti.

Fu così che il 13 ottobre 1307, all’alba, tutti i Templari di Francia vennero arrestati nelle loro case per ordine di re Filippo IV il Bello (1268-1314). Un libello redatto dal cancelliere del regno Guglielmo di Nogaret (ca. 1260-1313) li accusa di pratiche idolatriche e di sodomia. Erano passati sedici anni dalla caduta di San Giovanni d’Acri e se i governanti degli Stati cristiani non volevano di fatto più occuparsi della crociata, l’Ordine continuava invece a lavorare per prepararne una nuova, mentre la sua prosperità economica diveniva oggetto di grande invidia. La Chiesa aveva cercato di unificare gli Ordini Cavallereschi, affermando di voler creare un solo Ordine a difesa della Chiesa di Roma, ma dopo il fulmineo arresto in massa dei Templari, sarà proprio la figura del Santo Padre ad essere oggetto di vessazioni ed attacchi continui. Il Bello pretese una condanna pontificia dell’Ordine del Tempio, ma Papa Clemente V (1305-1314), benché politicamente succube del sovrano, si limitò a decretarne lo scioglimento, con la bolla Vox in excelso del 22 marzo 1312, e a devolverne i beni, con la bolla Ad providam del 2 maggio successivo, all’Ordine degli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme e, nei regni iberici, agli ordini cavallereschi nazionali, che portano avanti la crociata contro i mori.

Il 18 marzo 1314 si svolse l’ultimo atto della vicenda: alla lettura pubblica della sentenza di condanna alla prigione perpetua di Jacques de Molay e degli altri tre dignitari superstiti, il maestro del Tempio e Geoffroy de Charnay (m. 1314) proclamò a gran voce davanti alla folla presente che la regola del Tempio era santa e cattolica, che le confessioni erano state tutte estorte sotto tortura e che nessuno aveva mai commesso le colpe di cui era accusato. I due Templari salirono quindi sul rogo loro preparato come relapsi e morirono con dignitoso coraggio, volgendo il viso verso la cattedrale di Notre-Dame. In seguito fu proprio la politica adottata da Filippo IV il Bello a porre le basi per la Rivoluzione Francese, primo e vero capolavoro della moderna massoneria speculativa nata nel 1717, e per la dittatura di Napoleone Bonaparte che apertamente promosse lo sviluppo della rete massonica e del debito pubblico in tutta Europa. Nell’età napoleonica, infatti, la massoneria divenne una sorta di longa manus del potere politico, che se ne servì come strumento di canalizzazione del consenso e come una camera di compensazione fra i diversi segmenti delle élite economiche, burocratiche e militari del regime.

NON PRAEVALEBUNT

‹… prevalèbunt› (lat. «non prevarranno»). – Espressione del Vangelo (Matteo 16, 18) contenuta nelle parole di Gesù all’apostolo Pietro: tu es Petruset super hanc petram aedificabo ecclesiam meamet portae inferi non praevalebunt adversus eam «tu sei Pietro, e sopra questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa».

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